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CULTURA E TERRITORIO

Cilento da scoprire

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Il Cilento è una terra ospitale e piena di bellezza, situata nella regione campana, nella provincia di Salerno. Conosciuta come la "Costiera Cilentana", questa regione offre un'ampia varietà di testimonianze storiche e archeologiche, nonché aree verdi e coste con mare cristallino tra i più belli d'Italia e del Mediterraneo.

Viaggiando attraverso il suo territorio è possibile conoscere dei veri e propri tesori nascosti, ma anche dei siti culturali imponenti, compresi nel patrimonio dell’UNESCO.


Cosa vedere? Seguiteci, vi diamo qualche spunto.



Roccagloriosa 


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Roccagloriosa, un incantevole paese situato nel Basso Cilento, è un luogo in cui la natura si fonde con la storia millenaria, dove il passato è vivo e presente in ogni angolo.

Sospesa su una collina rocciosa, a circa 450 metri sul livello del mare, riveste un ruolo notevole nella storia del Cilento per la presenza di uno dei più importanti siti archeologici campani: un insediamento del popolo dei Lucani, risalente al IV -III secolo a.C, situato a ridosso del monte Capitenali e munito di un’estesa area fortificata, i cui resti sono ancora oggi visibili.


Di rilevo nella zona denominata la Scala, situata all’esterno della fortificazione, la presenza di una necropoli con sepolture emergenti, che hanno restituito un nutrito gruppo di reperti, oggi custoditi nei due musei del paese: l’Antiquarium di piazza del Popolo, con i grandi vasi dipinti e il Museo “Antonella Fiammenghi”, allestito nella quattrocentesca Chiesa di Santa Maria ad Martyres. In quest’ultima sono custoditi anche gli splendidi ori, i reperti più preziosi e suggestivi ritrovati nella necropoli, oltre ad armi metalliche e vasellame bronzeo.



Preta ru Mulacchio


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Il Monte della Stella sorge a pochi chilometri dalla costa nel bel mezzo del Cilento Antico tra le due città greco/romane di Paestum e Velia.

Sulla vetta del monte è ubicato il Santuario della Madonna della Stella, ma prima di giungervi, deviando per un sentiero sulla destra, si può raggiungere un megalite, la ‘’Preta ru Mulacchio’’, ovvero ‘’Pietra del figlio illegittimo’’. 


Questa pietra aveva la funzione di calendario solare, proprio come i grandi megaliti presenti in Inghilterra nel sito neolitico di Stonehenge.  Il monumento risale all’inizio del II millennio a.C. ed è costituito da tre grandi massi conficcati verticalmente nel terreno. Presumibilmente, in origine i massi costituivano un unico blocco.


Tra questi blocchi si sono formati due stretti passaggi ed il sole, battendo sulle pietre, vi proietta raggi di diverso spessore in base al periodo dell’anno: il raggio di sole risulta lungo quanto tutto l’arco della galleria nel giorno più corto dell’anno, il 21 dicembre, invece risulterà molto più corto a giugno, mese del solstizio d’estate. Il raggio di sole, ovviamente, tenderà a cambiare dimensione giorno dopo giorno nel corso dell’anno.


Oltre alla funzione di calendario solare, secondo alcuni studi la pietra era luogo in cui venivano svolte pratiche popolari: le donne sterili e desiderose di un figlio, quando si recavano al santuario della Stella, si fermavano presso la pietra e la attraversavano passando per lo stretto passaggio.

Nell’oltrepassare la pietra era inevitabile strofinare il ventre sulla roccia e, dal momento che le credenze popolari ritenevano che la roccia fecondata dal sole avesse a sua volta il potere di fecondare, le donne pensavano che ciò le avrebbe portate a divenire presto madri.



Sant’Angelo a Fasanella   Guerriero di Costa Paloma


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Tra i reperti archeologici rinvenuti sul territorio di Sant’Angelo a Fasanella un posto di primo piano merita il “Guerriero di Costa Palomba”,’ una scultura rupestre risalente al V-IV secolo a.C. L’effigie è quella di un antico guerriero detto “Antece”, ricavata a rilievo dalla roccia è a grandezza naturale e raffigura un guerriero vestito di una corta tunica, stretta in vita da una cintura da cui pende una spada. Con la mano destra impugna una lancia alla cui base sta poggiato uno scudo borchiato; con la sinistra regge qualcosa ma l’alterazione della pietra non ne consente la decifrazione.


Sulla sommità del capo vi è traccia di un elmo probabilmente asportato. Sul quadrante superiore sinistro della roccia compaiono tracce di un taglio di forma circolare che, insieme all’andamento curvilineo della base su cui poggia la figura, fanno supporre che la statua fosse inscritta in un ideale cerchio.




Il santuario nella Grotta di San Michele Arcangelo

 

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La Grotta dell’Angelo è collocata a meno di 500 metri dal centro abitato di Sant’Angelo a Fasanella. È un Santuario rupestre  adibito al culto dell'Arcangelo Gabriele, ad esso si accede facilmente dopo una breve salita lungo una stradina che si affaccia sulla Valle del Calore. La chiesa rupestre evoca atmosfere ammantate di misticismo, culti arcaici ed antiche leggende.


Si capisce che il luogo occupato dalla grotta è stato abitato sin da epoca preistorica come rifugio. È stato anche un antichissimo luogo di culto pagano delle acque ed è facile supporre che la presenza di stalattiti e stalagmiti all’interno dell’antro fossero venerate come vere e proprie icone sacre, probabilmente percepite come figure realizzate delle stesse divinità.


Diversi millenni più tardi, la grotta divenne un Santuario cristiano consacrato a San Michele. Il culto “micaelico” era molto diffuso in Campania e in generale nel meridione d’Italia, a causa della presenza sul territorio del popolo dei Longobardi giunti dal nord dell’Europa. Questi, dopo essersi convertiti al cristianesimo, decisero di eleggere San Michele come loro protettore.



Parco Archeologico della Civitella

 

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Situato a pochi minuti da Moio della Civitella, il Parco Archeologico della Civitella è tra i meno conosciuti del territorio, ma è altrettanto ricco di storia.

Anch’esso deve la sua costruzione ai Focei e le prime testimonianze del passaggio dei greci risalgono al VI secolo a.C.


Le mura del parco denotano la presenza di una antica fortificazione risalente al IV secolo a.C. che circonda la Collina del Moio. La struttura è stata sicuramente riadeguata poiché è tipica delle fortificazioni militari greche. 

Il tracciato delle mura è in gran parte conservato, composto da blocchi squadrati e perfettamente regolari che altro non sono che i resti delle abitazioni del tempo.

 



Gole del Calore

 

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Le Gole del Calore sono una serie di cinque profonde incisioni scavate nella roccia dalle acque correnti del fiume Calore. Sono caratterizzate da suggestive escavazioni con pareti rocciose che si abbassano a picco.


Partendo dalle sorgenti del fiume Calore e seguendo il percorso dell'acqua corrente verso il mare, la prima gola che si incontra è quella che si prolunga per alcuni chilometri a monte del paese di Piaggine costituita da alte pareti calcaree che precipitano a capofitto sulle anse del fiume Calore che si snodano alle falde del Monte Cervati.


Dopo aver attraversato Piaggine e il suo ponte medievale, tra il comune di Valle dell’Angelo e la località Lazzine, si incontra la seconda gola formata da una parete costituita dal monte Pescorubino che incombe sul fiume.


La terza gola si trova invece a valle del paese di Laurino ed è caratterizzata da una fitta vegetazione; sono anche qui ubicati due ponti medievali.

Dopo la terza forra il fiume si apre e si dipana per un tratto, prima di insinuarsi sotto le rupi successive al ponte medievale di Magliano Nuovo, dove ha sede la quarta gola che attraversa anche il territorio del comune di Felitto in località Remolino.


Dopo la quarta forra, dopo un breve tratto aperto del fiume, troviamo immediatamente la quinta gola, posta sotto una rupe a picco, sulla cui sommità è situato il paese di Felitto.


Una particolarità della quarta e quinta gola del Calore è rappresentata dalle cosiddette "Marmitte dei Giganti", che sono degli enormi fori circolari presenti sulle rocce delle gole a diretto contatto con l'acqua torrenziale che vengono formati, durante le piene, da mulinelli d'acqua generati dalla forza della corrente fluviale.


La quarta di queste gole può essere visitata con due possibili sentieri. Il primo parte da Magliano Nuovo, attraverso il percorso Magliano Nuovo - Postiglione, sentiero sempre aperto e che permette appunto di visitare interamente le gole con un impegnativo percorso di trekking partendo dal ponte medievale di Magliano Nuovo, con cui alla fine si raggiunge la località "Remolino" di Felitto. Invece il secondo sentiero è accessibile nel periodo estivo tramite un accesso situato nella località Remolino nel comune di Felitto, nel Parco Nazionale del Cilento e vallo di Diano con cui alla fine si raggiunge il ponte medievale di Magliano.


Sono inoltre accessibili dei percorsi fluviali che consentono di ammirare un tratto della gola attraverso canoa.


Lungo il corso della quarta e quinta gola sono presenti numerose attrattive naturali come il "ponte di Petratetta" formato da un enorme masso incastrato tra le pareti rocciose e sospeso sopra il percorso del fiume, la "grotta di Bernardo" che secondo la leggenda prende il nome da un brigante che l'avrebbe abitata, e numerose architetture del passato quali, ad esempio, il ponte medievale di Magliano Nuovo, la diga e i ruderi della centrale idroelettrica di Remolino.


I paesaggi appartengono alle persone che li guardano

(Ralph Waldo Emerson)


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